Gianfilippo Usellini - S. Antonio Abate - S. Rocco

autore: GIANFILIPPO USELLINI
titolo: Sant'Antonio Abate; San Rocco
tecnica: affresco
misure: cm. 145 x 112; cm. 73 x 32
epoca: 24-31 agosto 1967
collocazione: cappella votiva per via S. Antonio
iscrizioni: "GF USELLlNl 1967", in basso a sinistra "G. USELLINI '67", in alto a destra

 

dipinto di Gianfilippo UselliniL'opera. L'iconografia del dipinto pare essere una libera interpretazione delle immagini devozionali legate alla religiosità popolare, una scelta, questa, ribadita anche dalla semplice struttura architettonica della cappellina che contiene gli affreschi e dalla collocazione ai margini di una strada.

 

Notizie storico-critiche. L'immagine racchiusa nell'edicola principale propone la figura di sant'Antonio Abate riconoscibile grazie ai consueti attributi del maiale e del campanello appeso al bastone da pellegrino. La presenza del maiale è giustificata, forse, dal fatto che si riteneva che il lardo ricavabile dall'animale fosse un valido antidoto contro il fuoco di sant'Antonio, la malattia che il santo eremita ebbe il merito di sconfiggere durante un'epidemia e che da lui, perciò, prese il nome. Il campanello solitamente aveva la funzione di scacciare gli spiriti maligni. Sant'Antonio Abate non viene considerato esclusivamente un guaritore dalle epidemie, ma anche il fondatore del monachesimo, aspetto sottolineato dalla caratteristica tonaca da frate con cappuccio.
Il santo guarda in direzione di un grande albero in mezzo alle cui foglie appare la figura della Madonna con il Bambino circondata da cherubini. Lo sfondo è caratterizzato da una chiesetta, forse un piccolo santuario di collina, e da un edificio che si scorge accanto.
Nella Casa del Pittore è conservato il bozzetto dell'affresco realizzato a tempera u tela le cui dimensioni sono di cm. 150 xl1 O(foto n. 110, p. 143). L'opera non presenta che minime varianti rispetto alla redazione finale ad affresco; la più evidente è quella relativa ad una piccolissima figura di sacerdote che sta entrando nella chiesetta, abolita nell'affresco, che fa parte di quel particolare lessico che caratterizzò spesso le opere di Usellini dove i piccoli personaggi tendono a vivacizzare la scena o a darle un tono di surrealtà.
Nella nicchia minore della cappelletta è rappresentata l'immagine di san Rocco, altra figura riprodotta innumerevoli volte negli affreschi devozionali locali sin dal Medioevo, in quanto il santo era considerato protettore dalla peste. I consueti attributi che lo rendono riconoscibile sono il cane, il bastone da pellegrino con bisaccia, testimonianza del suo viaggio a Roma, e la conchiglia appesa all'abito, simbolo dei pellegrini che avevano visitato il santuario di Santiago di Compostella. Con l'adeguato tono popolaresco Usellini rappresentò l'immagine di san Rocco come se si trattasse di un pastore o comunque di un povero viandante, proseguendo quel filone legato alle tradizioni e alle caratteristiche sociali locali da lui stesso attivato con "II ritorno dell'emigrante" undici anni prima e inserendolo anche nel filone della pittura religiosa.

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Gianfilippo Usellini - S. Antonio Abate - S. Rocco

 

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